COME SOPRAVVIVERE ALLA "PRIMA" VOLTA

COME SOPRAVVIVERE ALLA "PRIMA" VOLTA

Si sa, viaggiare è un desiderio di molti, una volontà per affrontare paure e crescere. Ma come si affronta un viaggio? Cosa si prova esattamente nel momento in cui il tuo desiderio diventa realmente qualcosa che si realizzerà?

Anche un agente di viaggi è alla costante ricerca di nuove avventure, di nuove mete da scoprire: noi non cerchiamo solo il “fare turismo”, cerchiamo qualcosa che ci faccia innamorare ogni giorno delle bellezze di questo nostro mondo.

Il tutto nasce da quello che è preparare il viaggio: decidere cosa visitare, che luoghi scoprire, cosa portare in valigia, prenotare un volo.
Personalmente ho sempre vissuto la parte della preparazione e della creazione di quello che sarà il viaggio con una certa attenzione, cercando di non dimenticare nulla e di non sbagliare. In questa prima parte si è un po’ avvolti nel sogno, immaginando a occhi aperti tutto quello che vivremo. L’ho vissuto principalmente con l’ultimo viaggio affrontato, visitando Parigi poco prima della pandemia, quando già si sentiva parlare di “virus dalla Cina”.

Ricordo come fosse indispensabile reperire mascherine e disinfettanti prima ancora di decidere cosa mettere effettivamente in valigia: a differenza di un’esperienza di viaggio “normale”, questo mi ha sempre tenuta sull’attenti, pronta a carpire qualsiasi notizia prima della partenza, sia per me stessa che per i miei clienti.

Le preoccupazioni sono diventate quasi nulle all’arrivo in aeroporto: diciamocelo, quando sei a un passo dal partire tutto quello vissuto in precedenza si annulla, rimpiazzato da un’adrenalina benefica, quella che realmente ti fa comprendere di star per partire per una nuova avventura. Personalmente i viaggi in aereo mi annoiano un po’, soprattutto quando non sei un tipo dal sonno facile; ma lo spettacolo che ammiri viaggiando tra le nuvole è un qualcosa di indescrivibile.

Il tutto diventa realtà quando finalmente sei arrivato: atterrare all’aeroporto di Parigi Beauvais per me è stato un incubo, la pioggia incessante e il freddo hanno subito buttato il mio morale a terra, per non parlare delle quasi due ore di autobus per raggiungere la città. Poi però, in lontananza già visibile dall’autostrada, c’era una illuminata e maestosa Torre Eiffel che ti accoglie e ti fa percepire tutta la magia di questa città incantevole.

Una cosa che non vi dicono di Parigi è di quando effettivamente sia una città enorme: a fine giornata, dopo aver camminato per chilometri e chilometri, ti senti così stanco da non sapere più come ti chiami, ma la soddisfazione di aver ammirato così tanto ti fa stare veramente bene. Persino gli ingressi delle metropolitane sono stati costruiti in stile “Haussmann”, caratteristico della città, uno stile moderno semplice ma elegante allo stesso tempo, che davvero riesce a conferire alla città l’epiteto di essere “fuori dal tempo”.

Un’altra bellezza della città, che la rende tipica anche di sera, sono i caffè bistrot con i tavolo affacciati verso la strada, in cui il tempo si ferma per metabolizzare tutto quello che hai potuto ammirare durante la giornata: l’imponenza del Museo del Louvre con i suoi giardini, l’infinto (credetemi, percorso a piedi non finisce mai) viale degli Champs-Élysée, la vista mozzafiato della città dal tetto de l’Arco di Trionfo.

Durante i cinque giorni in cui ho visitato questo gioiello ne sono successe di ogni, dalla pioggia e vento incessanti fino ad aver sbagliato linea della metropolitana, dall’aver mangiato una pizza che di suo conservava solo il nome, fino al dolore nel vedere la maestosa cattedrale di Nôtre Dame chiusa al pubblico per i lavori di ricostruzione conseguenti all’incendio che ne ha distrutto il tetto e la guglia.

Come ogni viaggio che giunge al termine, ti pervade quel senso di vuoto nel non aver potuto visitare di più, che il tempo sia trascorso troppo velocemente.
Sembrerebbe sia andato tutto per il meglio, vero? E invece no.
Sfortunatamente abbiamo prestato poca attenzione agli abbonamenti della metropolitana, e aver speso un sacco di soldi in biglietti singoli piuttosto che risparmiare qualcosa?

Ogni viaggio ha i suoi lati positivi e negativi, l’importante è saper imparare dai propri errori, evitando di ripeterli per godersi i prossimi con meno pensieri.

Cosa consiglio
Vestirsi a strati: a Parigi un attimo prima diluvia, l’attimo dopo c’è un sole accecante;

Prediligere stagioni di mezzo: in inverno la città, soprattutto con la pioggia, si dipinge di grigio e non riesci a goderti ogni sua sfumatura;

Non limitarti a visitare quello che tutti conoscono: darsi all’avventura e scegliere al momento una meta fuori programma rende il tutto più dinamico. Nel mio caso ho visitato le catacombe cittadine di sera, non vi dico la paura;

Vivetevi il momento: non andate di fretta, datevi il tempo di imprimere nelle vostre menti tutto quello che state osservando.